Altra importantissima novità in arrivo per gli automobilisti. Stavolta il Codice della Strada non c’entra nulla
E’ passato un mese ormai dall’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, avvenuta lo scorso 14 dicembre. Il provvedimento, approvato dopo un lungo iter parlamentare, ha apportato cambiamenti significativi nell’ambito della sicurezza stradale con un inasprimento delle multe e delle sanzioni accessorie per alcune delle infrazioni più pericolose alla guida come la guida con lo smartphone, in stato di ebrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Tutte fattispecie per le quali diventa più facile procedere alla sospensione della patente, un’eventualità quest’ultima temutissima da molti automobilisti come conferma il calo delle vendite di vino e alcolici nel settore della ristorazione dovuto proprio, in gran parte, al timore di incorrere nei controlli sanzionatori dell’alcol test.
Oltre a fronteggiare le novità del Codice della Strada, a inizio 2025 sugli automobilisti italiani si è abbattuto anche un aumento del costo dei carburanti. Nella rilevazione della scorsa settimana, la benzina in modalità self service ha un costo medio di 1,773€ al litro mentre il diesel è a 1,672, entrambi aumentati di circa l’1% rispetto ai prezzi di fine anno.
Il costo dei carburanti in Italia presto potrebbe cambiare per effetto della decisione del Governo di modificare le accise sul prezzo di benzina e diesel con un progressivo riallineamento delle stesse. Un provvedimento che, se attuato, porterebbe a maggiori introiti stimati in 200 milioni di euro solo per il primo anno di applicazione e a un sostanzialmente aumento del costo del Diesel, un carburante ancora molto utilizzato in Italia nonostante la progressiva uscita dalla produzione a favore delle motorizzazioni elettriche o ibride.
Attualmente, le accise sono fissate in 0,7428€/litro per la benzina e 0,6714€/litro per il diesel. Il piano del Governo, in ossequio anche ad accordi europei in materia di sostenibilità ambientale, prevede l’aumento di un centesimo sull’accisa del diesel e una concomitante diminuzione di quella sulla benzina, avvicinando progressivamente i due trattamenti fiscali nell’arco di un quinquennio.
Un simile intervento – se confermato – andrà a influenzare inevitabilmente il prezzo di vendita al distributore del Diesel che, come la relativa accisa, si allineerà a quello della benzina con l’ulteriore rischio di superarlo a causa dei maggiori costi della materia prima. La parificazione delle accise, oltreché per il trasporto privato, potrebbe avere un impatto significativo soprattutto per quei comparti maggiormente dipendenti dal Diesel come quello della logistica e del trasporto merci. Quest’ultimo è stato già toccato da un altro aumento in vigore, quello sui pedaggi di alcune tratte autostradali, sui quali grava un rincaro dell’1.8% dallo scorso 1 gennaio.
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